Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1907, I.djvu/183

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Ritorniamo alla mia Commedia, che m’interessa assai più. Veggendo la buona riuscita del Momolo dell’anno passato.... (saprete che Momolo vuol dir Girolamo) ho pensato di fare un altro Momolo ancor quest’anno per il medesimo Golinetti, ed ho intitolato la nuova Commedia: Momolo sulla Brenta, o sia il Prodigo, ch’è il titolo, con cui è stampata. La Commedia era sì bene presa dalla Natura, che molti si persuadevano d’indovinarne l’originale; ma s’ingannavano. Ho preso la mia Commedia dall’universale, e non dal particolare, anzi mi hanno determinato a farla i ragionamenti di quei che condannano un tal costume, piuttosto che gli esempj da me stesso veduti, temendo sempre di abusare della confidenza di quelli, che quasi per forza mi hanno voluto partecipe delle loro prodigalità in campagna. Parlo de’ prodighi, non parlo de’ generosi: parlo di quelli, che fanno per ambizione più di quello che possono; e rispetto e lodo que’ tali, che facendo buon uso delle loro ricchezze, fanno onore a se medesimi ed alla Patria loro.

Circa all’incontro di questa Commedia, è necessario che prima di parlarne racconti una burletta, una bizzarria, che mi è caduta in capo in quel tempo. Il bravo Golinetti non contento dell’applauso che meritava la buona esecuzione della parte, che io gli aveva data nel Momolo Cortesan, ha voluto ancora arrogarsi il merito dell’invenzion delle scene e del dialogo, che piaceva. Siccome una gran parte di quella Commedia era a soggetto, ha fatto credere agli amici suoi, che anche la parte sua era opera del suo talento, e che tutto quel che diceva, lo dicea all’improvviso. Tutti non pensano, che chi parla all’improvviso non dice sempre le stesse cose, e molti non badavano che il suo discorso era sempre il medesimo, e gli credevano. Piccato anch’io, non so se dall’amor proprio, e se dall’amor della verità, ho immaginato di trovar la via di umiliarlo, e di farlo in pubblico. Ho scritto dunque intieramente il Prodigo sulla Brenta, e poi ho ricavato dalla Commedia lo scheletro, o sia il Soggetto, e l’ho dato ai Comici, tenendo nascosta la Commedia scritta. Trovarono il Soggetto buono; accennai qualche cosa per istruire gli Attori sopra quel che dovevan


dire;