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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1907, I.djvu/622

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564 ATTO PRIMO


Pantalone. Desmentegheve sior Silvio e vedere che el ve piaserà.

Clarice. Silvio è troppo fortemente impresso nell’anima mia; e voi coll’approvazione vostra lo avete ancora più radicato.

Pantalone. (Da una banda la compatisso). (da sè) Bisogna far de necessità vertù.

Clarice. Il mio cuore non è capace di uno sforzo sì grande.

Pantalone. Feve animo; bisogna farlo...1

Smeraldina. Signor padrone, è qui il signor Federigo, che vuol riverirla.

Pantalone. Ch’el vegna, che el xe patron.

Clarice. Oimè! Che tormento! (piange)

Smeraldina. Che avete, signora padrona? Piangete? In verità avete torto. Non avete veduto com’è bellino il signor Federigo? Se toccasse a me una tal fortuna, non vorrei piangere, no; vorrei ridere con tanto di bocca. (parte)

Pantalone. Via, fia mia, no te far veder a pianzer.

Clarice. Ma se mi sento scoppiar il cuore.

SCENA XIX.

Beatrice da uomo, e detti

Beatrice. Riverisco il signor Pantalone.

Pantalone. Patron reverito. Hala recevesto una borsa con cento ducati?

Beatrice. Io no.

Pantalone. Ghe l’ho dada za un poco al so servitor. La m’ha dito che el xe un omo fida.

Beatrice. Sì, non vi è pericolo. Non l’ho veduto: me li darà, quando torno a casa. (Che ha la signora Clarice che piange?) (piano a Pantalone)

Pantalone. (Caro sior Federigo, bisogna compatirla. La nova della so morte xe stada causa de sto mal. Col tempo spero che la se scambierà). (piano a Beatrice)


  1. Queste parole mancano nell’ed. Bettinelli.