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570 ATTO SECONDO


Dottore. È vero1, ma non per questo si ha da precipitare. Lascia fare a me, Silvio mio, lascia un po’ ch’io gli parli; può essere ch’io lo illumini e gli faccia conoscere il suo dovere. Ritirati in qualche loco e aspettami; esci di questo cortile, non facciamo scene. Aspetterò io il signor Pantalone.

Silvio. Ma io, signor padre...

Dottore. Ma io, signor figliuolo, voglio poi esser obbedito.

Silvio. Sì, v’obbedirò. Me n’anderò. Parlategli. Vi aspetto dallo speziale. Ma se il signor Pantalone persiste, avrà che fare con me. (parte)

SCENA II.

Il Dottore, poi Pantalone.

Dottore. Povero figliuolo, lo compatisco. Non doveva mai il signor Pantalone lusingarlo a tal segno, prima di essere certo della morte del Torinese. Vorrei pure vederlo quieto, e non vorrei che la collera me lo facesse precipitare.

Pantalone. (Cossa fa el Dottor in casa mia?) (da sè)

Dottore. Oh, signor Pantalone, vi riverisco.

Pantalone. Schiavo, sior Dottor. Giusto adesso vegniva a cercar de vu e de vostro fio.

Dottore. Sì? Bravo; m’immagino che dovevate venir in traccia di noi, per assicurarci che la signora Clarice sarà moglie di Silvio.

Pantalone. Anzi vegniva per dirve... (mostrando difficoltà di parlare)

Dottore. No, non c’è bisogno di altre giustificazioni. Compatisco il caso, in cui vi siete trovato. Tutto vi si passa in grazia della buona amicizia.

Pantalone. Seguro2, che considerando la promessa fatta a sior Federigo... (titubando, come sopra)

Dottore. E colto all’improvviso da lui, non avete avuto tempo


  1. Edd. Paperini, Bettinelli, Savioli: È vero. Pantalone manca al dovere di galantuomo, ma non ecc.
  2. Paper., Bettin., ecc.: siguro