Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1908, II.djvu/414

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sono i Gondolieri di Venezia, i quali furono da me nella presente Commedia imitati, con attenzione1. Questa stessa esattezza, che fece così grata la mia fatica in una Città, dove tali cose sono sotto gli occhi ogni dì, e tali vocaboli si odono sempre; temo che la renderà forse noiosa a quelli che, nati lontani da essa, non intendono la proprietà de’ vocaboli Veneziani. E più mi conferma l’osservazione che ho fatta nel vederla a recitare; poichè in Venezia dovete ricordarvi quante e quante sere fu replicata la prima volta, e come in calca venivano le persone per aver luogo nel Teatro ad udirla, e nell’anno susseguente ancora non ebbe peggior fortuna; nè minor piacere diede agli ascoltanti di Verona, come quelli a’ quali quel ragionare non è affatto nuovo; ma allontanata di là, non ebbe la stessa riuscita; appunto perchè, rimanendo oscura per metà, non poteva più essere gradita interamente. Quello ch’io vidi quando fu rappresentata, dubito che accada quando sarà venuta alla luce, e tanto più perchè nel leggere il movimento dell’azione è perduto; che pur tal volta dà tanto spirito anche alle cose non affatto evidenti, che le fa comprendere agli ascoltanti. Raccomando almeno che i più oscuri modi di favellare sieno con alcune postille dichiarati, e quanto si può venga aperto il senso di quelli, acciocchè il non intenderli non disgusti altrui dal leggere. In questa forma facendo, son certo che, se non darà tutto quel diletto a’ Forestieri che può dare a’ Leggitori Veneziani, si renderà almeno men faticosa, e perciò più facilmente si potrà ritrovare chi la legga senza rincrescimento. Non dubito che adoprerete in ciò tutta la diligenza, e promettendovi pel venturo ordinario la Buona Moglie, che a questa, quasi secondogenita vien dietro, col cuore vi abbraccio.

  1. Nella lettera al Bettinelli (t. II, ed. Bettin. di Ven., 1751) l’autore aggiunge: «i quali furono da me nella presente Comm. imitati con tanta attenzione, che più volte mi posi ad ascoltargli quando quistionavano, sollazzavansi, o altre funzioni facevano, per potergli ricopiare nella mia Commedia naturalmente».