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532 ATTO PRIMO


persona, e pò anca incomodarla, no la me par bona regola. Piuttosto diria che ela la lo andasse a trovar.

Ottavio. Come! Io doverci avvilirmi a tal segno d’andar a pregar sino a casa il figlio d’un mercante? Un cavaliere par mio merita bene che un inferiore s’incomodi per aver l’onore di esser pregato.

Brighella. Mi me credeva, che chi ha bisogno pensasse in tutt’altra maniera.

Ottavio. E poi ti dirò, se io vado a casa di Pasqualino, non gli vorrei cagionar gelosia. Sai che io era innamorato di sua moglie quando era fanciulla, e tuttavia non me la posso scordare, anzi l’amo con maggior impegno, e forse forse con maggiore speranza.

Brighella. Come intendela mo con maggior speremza?

Ottavio. Catte sua sorella mi ha promesso d’introdurmi da lei senza saputa di Pasqualino, e forse di condurla in mia casa.

Brighella. La vol l’amicizia de Bettina, e la vol domandar dei bezzi in prestio a Pasqualin?

Ottavio. Perchè non posso far l’uno e l’altro?

Brighella. Moda niova! Farse dar dei bezzi dal mario per pagar1 la muggier.

Ottavio. Orsù, meno ciarle. Vammi a trovar Pasqualino.

Brighella. Farò de tutto per trovarlo, ma el tempo passa. Debotto xe ora de disnar, e el fogo no s’impizza. La padrona la cria, la sbrufa2, la butta sottosora la casa.

Ottavio. Maledetta colei! È causa della mia rovina.

Brighella. E ela sala cossa che la dise?

Ottavio. Che cosa dice?

Brighella. Maledetto colù! È causa del mio precipizio.

Ottavio. Lo so io quanto mi costa. Ma concludiamo questa faccenda. Vuoi andare o non vuoi andare?

Brighella. Mi anderò, ma no faremo gnente. Mi diria che la fasse cussì. Sior Pasqualin el pratica sempre a Rialto, al caffè sotto ai porteghi. La poderia andar là con scusa de bever el caffè, mostrar de trovarlo a caso, e dirghe el so bisogno senza avvilirse.

  1. Sav. e Zatta: per far l’amor co.
  2. Sbuffa