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248 ATTO SECONDO

Eleonora. Don Flaminio, voi mi offendete.

Flaminio. Perdonate uno scherzo. Sappiate ch’egli sarà quanto prima in Napoli.

Eleonora. In Napoli? Come?

Flaminio. Mediante la mia assistenza.

Eleonora. Sarà rivocato il suo bando?

Flaminio. Sarà rivocato, averà i suoi beni. Il mio nome può molto presso la Corte, e non vi è grazia chiesta da don Flaminio, che non sia velocemente ottenuta.

Eleonora. Se così è, don Roberto avrà a voi tutta l’obbligazione.

Flaminio. E donna Eleonora non mi sarà punto grata?

Eleonora. Benedirò il vostro animo generoso.

Flaminio. Mi guarderete voi di buon occhio? (con tenerezza)

Colombina. Oh, signora padrona. Le dame arrivano in questo punto colla carrozza1.

Eleonora. Va tu a riceverle. Di’ loro che perdonino, ch’io non ho servitore.

Colombina. Eh non temete, non mancheranno loro braccieri. (parte)

Flaminio. Quante cose ho ancora da dirvi intorno alla venuta di don Roberto! (È necessario condurre la cosa in buona maniera). (da sè)

Eleonora. Ma voi mi tenete in una crudelissima pena.

Flaminio. E voi potete contribuir molto al di lui ritorno.

Eleonora. Se non mi dite tutto, non so che fare.

Flaminio. Ne riparleremo. (Balestra mi ha posto in un grande impegno). (da sè)

SCENA XV.

Donna Claudia servita da Don Alonso, Donna Virginia servita da Don Filiberto, Colombina accomoda2 le sedie, e parte.

Donna Eleonora va ad incontrare le Dame che arrivano.

Virginia. Serva, donna Eleonora.

Eleonora. Serva, donna Virginia. (si baciano)

  1. Così Bettinelli e Savioli: «Col. Signora, senio arrivare la carrozza; saranno le dame, viene in fretta».
  2. Bettin. e Sav.: Colombina col lume, lo pone sul tavolino accomoda ecc.