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IL CAVALIERE E LA DAMA 259

Balestra. Il mio padrone le manda questo viglietto1.

Rodrigo. Sentiamo2. Don Rodrigo, da Voi mi chiamo offeso, e ne pretendo soddisfazione. Se siete cavaliere, v’aspetto fuori3 di porta Capuana, ove colla spada mi dovrete render conto dell’insulto fattomi jersera, allorachèe vi prendeste spasso di farmi comparire mentitore in una pubblica conversazione. Provvedetevi di un cavaliere padrino, ch’io pure farò l’istesso, intendendo che la disfida debba estendersi fino all’ultimo sangue.

Don Flaminio del Zero.

Balestra. (Oh diamine! Che cosa sento! Una disfida? Ed io l’ho recata? Il padrone mi ha gabbato). (da sè)

Alonso. Che risolvete di fare?

Rodrigo. Or ora sentirete la mia risoluzione. Aspettami, che ora torno con la risposta. (a Balestra)

Alonso. Andate a casa?

Rodrigo. Attendetemi. Vado alla spezieria qui vicina. (Trattenete costui, che non parta). (piano ad Alonso, e parte)

Alonso. E tu ti azzardi a portar disfide?

Balestra. Giuro da uomo onorato, che io non sapevo cosa contenesse il viglietto. Che se l’avessi saputo, non sarei entrato in tale impegno, nè posto mi sarei ad un tale pericolo, e tanto è vero, che in questa sorta d’affari io non me ne voglio impicciare, che ora me la colgo4, e vado a fare i fatti miei. (vuol partire)

Alonso. No, no, galantuomo, di qui non si parte.

Balestra. Che vuol ella da me? Perchè m’impedisce d’andarmene?

Alonso. Tu devi attendere don Rodrigo.

Balestra. Signore... mi perdoni... non voglio altri impegni... Con sua buona grazia...

Alonso. Ti fiaccherò l’ossa di bastonate.

Balestra. Per qual ragione?

  1. Segue nelle edd. Bett. e Sav.: «Alon. Qualche disfida, a D. Rodrigo».
  2. Bett. e Sav.: Apre e legge forte.
  3. Bett. e Sav.: v’aspetto stamane, tra le ore tredici e quattordici, fuori.
  4. Bett. e Sav.: batto.