Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, IV.djvu/483

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L'ADULATORE 469

Brighella. Me raccomando alla so protezion.

Sigismondo. Disponete di me.

Brighella. Ghe fazzo umilissima riverenza.

Sigismondo. Addio, caro, addio.

Brighella. (Stassera scoverzirò la verità). (da sè, parte)

Sigismondo. Briccone, me la pagherai; avanti sera sarai servito.1

SCENA III.

Il Paggio e detto.

Paggio. Signore, vi è il signor Pantalone de’ Bisognosi, che vorrebbe udienza dal padrone. Ella m’ha detto che non faccia passar nessun senza prima avvisarla, onde sono venuto a dirglielo per obbedirla.

Sigismondo. Caro paggino, avete fatto bene. Tenete, compratevi qualche galanteria. (gli dà una moneta)

Paggio. Obbligatissimo alle sue grazie.

Sigismondo. Fatelo venir qui da me.

Paggio. Subito la servo. (Io son un paggio di buon cuore; servo volentieri quelli che mi regalano). (da sè, parte)

Sigismondo. Se questo ricco mercante ha bisogno di qualche cosa, ha da dipendere da me.

SCENA IV.

Pantalone e detto.

Pantalone. Servitor obbligatissimo, sior segretario.

Sigismondo. Oh! amabilissimo signor Pantalone, onor dei mercanti, decoro di questa città, in che posso servirla?

Pantalone. La prego de farme la grazia de farme aver udienza da So Eccellenza.

  1. Segue nelle edd. Bett., Pap. ecc.: Questi servitori bisogna tenerli corti di denaro. Quando ne hanno, vanno all’osteria, vanno a giocare. Non bisogna dar loro occasione di coltivare i vizi.