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IL TEATRO COMICO 73


geritore, e si recita con poco garbo e senza naturalezza: tutte cose che tendono a rovinare il mestiere e a precipitare le commedie.

Eleonora. Vi ringrazio dei buoni documenti, che voi mi date; procurerò di metterli in pratica.

Orazio. Quando siete in libertà, e che non recitate, andate agli altri teatri. Osservate come recitano i buoni comici, mentre questo è un mestiere che s’impara più colla pratica che colle regole.

Eleonora. Anche questo non mi dispiace.

Orazio. Un altro avvertimento voglio darvi, e poi andiamo, e lasciamo che i comici provino il resto della commedia, che s’ha da fare. Signora Eleonora, siate amica di tutti, e non date confidenza a nessuno. Se sentite dir male dei compagni, procurate di metter bene. Se vi riportano qualche cosa, che sia contro di voi, non credete e non badate loro. Circa alle parti, prendete quello che vi si dà; non crediate che sia la parte lunga quella che fa onore al comico, ma la parte buona. Siate diligente. Venite presto al teatro, procurate di dar nel genio a tutti, e se qualcheduno vi vede mal volentieri, dissimulate; mentre l’adulazione è vizio, ma una savia dissimulazione è sempre stata virtù. (parte)

Eleonora. Questo capo di compagnia mi ha dato di grandi avvertimenti; gli sono obbligata1. Procurerò di valermene al caso, e giacchè mi sono eletta questa professione, cercherò di essere, se non delle prime, non delle ultime almeno. (parte)

SCENA IV.

Il Suggeritore, poi Placida e Petronio.

Suggeritore. Animo, signori, che il tempo passa e vien sera. Tocca a Rosaura e al Dottore. (entra)

Dottore. Figliuola mia, da che procede mai questa tua malin-

  1. Bettin.: mi ha dato più avvertimenti di quello che faccia un maestro di collegio, il primo giorno che riceve un nuovo scolare. Però gli sono obbligata.