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IL CAVALIERE DI BUON GUSTO 145

Eleonora. In quel caso ammogliatevi voi.

Ottavio. Sì; in quel caso potrei io esibirmi alla Marchesina.

Eleonora. Oh! la Marchesina non è a proposito per voi.

Rosaura. (Queste vedove sono invidiosissime delle fanciulle). (da sè)

Ottavio. (Donna Eleonora, istruitemi voi a chi in tal caso potessi io applicare). (piano a donna Eleonora)

Eleonora. (Ad una donna che vi ama, ad una donna la quale, corretti i grilli della gioventù, sa conoscere il prezzo delle fiamme amorose). (piano al Conte)

Ottavio. (Dite bene; a suo tempo mi prevarrò1 del consiglio). (come sopra)

Eleonora. (Parmi che il Conte non mi disprezzi).2 (da sè)

Ottavio. Cara la mia Marchesina, voi siete assai bella.

Eleonora. Via, non la burlate più, povera ragazza.

Ottavio. In verità, mi piacete.

Eleonora. Conte Ottavio, voi vi prendete spasso di mia nipote.

Rosaura. Signore, sentite che cosa dice la signora zia?

Ottavio. Via, cara donna Eleonora, già ci siamo intesi; ma lasciate ch’io faccia giustizia al merito della Marchesina.

Eleonora. Orsù, conosco che l’avete presa per mano, che la beffate. Povera nipote, non ho cuore di vederla deridere. Andiamo via. (s’alza)

Ottavio. Signora Rosaura, io non son capace di una mala azione.

Rosaura. So di che siete capace voi, e di che è capace la signora zia.

Eleonora. Animo: andate avanti. (a Rosaura)

Rosaura. Serva umilissima.

Ottavio. Addio, sposina adorabile.

Rosaura. (Mia zia m’uccide cogli occhi). (da sè, parte)

Eleonora. Che dite della sfacciataggine di mia nipote? Eh signor Conte, felice quello che può sposare una donna di mezza età. (parte)

  1. Bett.: valerò.
  2. Segue in Bett.: «Ros. (Mia zia mi tradisce)».