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366 ATTO TERZO

Beatrice. Oh! questo poi...

Florindo. Lo vede? È meglio1 che mandiamo a monte il trattato. Io sono un uomo pericoloso2, una moglie non può soffrir queste cose; la compatisco e la lascio in libertà.

Beatrice. Vi divertirete colle donne, ma onestamente.

Florindo. Non so, e non mi voglio impegnare3.

Beatrice. Sentite, se farete male, sarà peggio per voi. Se incontrerete delle disgrazie, la colpa sarà vostra. Per questo non vi rifiuto, e vi amerò in ogni modo.

Florindo. (Può essere costei più ostinata di quel che è?) (Da sè)

Beatrice. (Pare pentito d’avermi promesso, ma io lo voglio assolutamente). (da sè)

Florindo. Ascolti il resto.

Beatrice. Dite pure. Tutto è niente in confronto della vostra mano.

Florindo. Io sono assai collerico.4

Beatrice. Tutti abbiamo i nostri difetti.

Florindo. Se mai, per accidente, la mia brutalità facesse ch’io le perdessi il rispetto...

Beatrice. Mi basta che non mi perdiate l’amore.

Florindo. Vuol esser mia ad ogni modo?

Beatrice. Senz’altro.

Florindo. Con que’ difetti che di me ha sentito?

Beatrice. Chi ama di cuore, può soffrir tutto.

Florindo. Si pentirà, signora.

Beatrice. Non vi è pericolo.

Florindo. Collera5, giuoco, donne, osteria,6 non le importa niente?

Beatrice. Niente affatto.

  1. Pap.: Lo vede, lo Vede? Non facciamo niente. È meglio ecc.
  2. Pap.: libertino.
  3. Pap.: Io non so niente, e non mi voglio impegnare a niente.
  4. Segue nell’ed. Pap.: «Beatr. Procederò con voi colle buone. Fior. Sono stravagante. Beatr. Tutti abbiamo i nostri difetti. Fior. Se mai per accidente mi scappasse qualche schiaffo? Beat. Oh, dare poi a una moglie civile... Fior. Ha ragione; sarebbe una villania. Sono furioso, non mi posso contenere. Si sciolga tutto. E stia nella sua libertà. Beatr. Disfar tutto? Restare in libertà? Datemi, ammazzatemi, voglio esser vostra. Fior. Vuol esser mia? Beat. Senz’altro. Fior. Con que’ pochi difetti che ha sentito? ecc.».
  5. Pap.: gelosia.
  6. Pap. aggiunge: schiaffi.