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68 ATTO SECONDO

Pamela. Fo il mio dovere.

Miledi. Il tuo dovere sarebbe di vivere da figlia onorata.

Pamela. Tale mi vanto di essere.

Miledi. Non lo sei. Sei una sfacciatella.

Pamela. Con qual fondamento potete dirlo?

Miledi. Tu vuoi restar col tuo padrone, perchè ne sei innamorata.

Pamela. Ah signora, voi giudicate contro giustizia.

Miledi. Sei innocente?

Pamela. Lo sono, per grazia del cielo.

Miledi. Dunque vieni meco.

Pamela. Non posso farlo.

Miledi. Perchè?

Pamela. Perchè il padrone lo vieta.

Miledi. A me tocca a pensarci. Vieni con me.

Pamela. Non mi farete commettere una mal’azione1.

Miledi. Parli da temeraria.

Pamela. Compatitemi per carità.

SCENA XII.

Il cavaliere Ernold e dette.

Ernold. Che fate qui con questa bella ragazza?

Miledi. Cavaliere, vi piace?

Ernold. Se mi piace? E come! È questa forse quella Pamela, di cui mi avete più di tre ore parlato?

Miledi. È questa per l’appunto.

Ernold. E ancora più bella di quello me l’avete dipinta. Ha due occhi che incantano.

Pamela. Miledi, con vostra permissione. (vuol partire)

Miledi. Dove vuoi andare?

Ernold. No, gioia mia, non partite; non mi private del bel contento di vagheggiarvi anche un poco. (a Pamela)

Pamela. Signore, queste frasi non fanno per me.

  1. Bett. e Pap.: una sì nera azione.