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88 ATTO TERZO


co’ suoi congiunti poco lungi da noi, me la chiese in età di dieci anni. Figuratevi con qual ripugnanza mi lasciai staccare dal seno l’unica cosa che di prezioso abbia al mondo; ma il rimorso di dover allevare una figlia nobile villanamente nel bosco, m’indusse a farlo; ed ora lo stesso amore che ho per essa, e le belle speranze suggeritemi dalla vostra pietà, m’obbligano a svelare un arcano sinora con tanta gelosia custodito, e che se penetrato fosse anche in oggi dal partito del Re, non mi costerebbe nulla men della vita. Un unico amico io aveva in Londra, il quale tre mesi sono morì. Ora in voi unicamente confido; in voi. Milord, che siete cavaliere, e che spero avrete quella pietà per il padre, che mostrate aver per la figlia.

Bonfil. Ehi. (chiama e viene Isacco) Di a Pamela, che venga subito. Va poscia da miledi Daure, e dille che, se può, mi favorisca di venir qui. (Isacco parte)

Andeuve. Signore, voi non mi dite nulla?

Bonfil. Vi risponderò brevemente. Il vostro ragionamento mi ha consolato. Prendo l’impegno di rimettervi in grazia del Re; e la vostra Pamela, e la mia cara Pamela sarà mia sposa.

Andreuve. Ah, signore. Voi mi fate piangere dall’allegrezza.

Bonfil. Ma quali prove mi darete dell’esser vostro?

Andreuve. Questa canuta barba dovrebbe meritar qualche fede. L’esser io vicino a terminare la vita, non dovrebbe far dubitare ch’io volessi morir da impostore. Ma grazie al cielo, ho conservato meco un tesoro, la cui vista mi consolava sovente nella mia povertà. Ecco in questi fogli di pergamena registrati i miei veri titoli, i miei perduti feudi, le parentele della mia casa, che sempre è stata una delle temute di Scozia; e pur troppo per mia sventura, mentre l’uomo superbo si val talvolta della nobiltà e della fortuna per rovinar se medesimo. Eccovi oltre ciò due lettere del mio defunto amico Guglielmo Artur, le quali mi lusingavano del perdono, se morte intempestiva non troncava con la sua vita le mie speranze.

Bonfil. Conoscete voi milord Artur, figlio del fu Guglielmo?

Andreuve. Lo vidi in età giovanile; bramerei con esso lui favel-