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LA DAMA PRUDENTE 91

Eularia. Aspettate un momento. Ditemi, donna Rodegonda, è vero che il Marchese ed il Conte sono stati anestati?

Rodegonda. È verissimo. Sono stati sequestrati in due stanze terrene di questa casa.

Eularia. Si sa il perchè?

Rodegonda. La guardia li ha trovati che si battevano.

Eularia. Si battevano? Per qual cagione?

Rodegonda. Ancora non si sa cosa alcuna.

Eularia. Donna Rodegonda, probabilmente fra poco io partirò, e prima di partire avrei una pressante necessità di parlare coi cavalieri arrestati.

Rodegonda. Donna Eularia, voi mi chiedete una cosa che non è tanto facile.

Eularia. Lo so; a tutti sarebbe diffìcile, fuor che a voi, a cui non sa negar cos’alcuna il consorte.

Rodegonda. Egli ora non ci è1: è andato appunto dal Governatore per discorrere sopra l’arresto di questi due cavalieri.

Eularia. Tanto meglio. Potete introdurmi col mezzo de’ custodi, che non averanno coraggio di contradirvi. Finalmente non chiedo la loro liberazione: ma solamente di poter loro parlare. Donna Rodegonda, fatemi questa grazia.2

Rodegonda. Qual premura vi sprona a voler con essi parlare?

Eularia. Una premura onesta, ma sì necessaria e forte, che senza un tale colloquio non partirei certamente. Cara amica, assistetemi, e dispensatemi dallo svelarvi un arcano, che a voi non giova sapere.3

  1. Pap.: non è in palazzo.
  2. Segue nell’ed. Pap.: «Rod. Ditemi il vero, donna Eularia, sareste voi innamorata di alcuno di loro? Eul. Se fossi innamorata, non cercherei di partire. Rod. Qual premura dunque ecc.».
  3. Segue nell’ed. Pap.: «Rod. Con chi volete parlare? Eul. Con tutti due. Rod. Prima coll’uno e poi coll’altro? Eul. No, con tutti due in una volta. Rod. Questo non si può fare. Sono in camere separate. Eul. Vuole il mio impegno ch’io parli con tutti due. Se volete, donna Rodegonda, potete farli unire per un momento. Rod. Questa sarebbe una cosa contro le leggi. Eul. Eh, cara amica, non lo dite a me. Qui dentro si fa tutto quel che si vuole. Se siete disposta a favorirmi, fatelo; se no, vi vorrà pazienza. Sarò io sfortunata, in tempo che tanti e tanti hanno da voi ricevuto grazie simili e forse forse maggiori. Rod. Questo è una spezie di rimprovero che voi mi date. Eul. No, donna Rodegonda, voi siete padrona di graziare chi volete. Rod. Orsù, per farvi ecc.».