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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, VI.djvu/389

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LA DONNA VOLUBILE 377

Brighella. La sarà servida. (parte)

Rosaura. Sì, voglio sposarmi a Florindo, per far rabbia a quello sguaiato di Lelio.

Colombina. È qui la signora Eleonora.

Rosaura. Non la voglio ricevere.

Colombina. Che volete che io le dica?

Rosaura. Dille ch’io sono impedita.

Colombina. Io non so come fare.

Rosaura. Non la voglio.

Colombina. Eccola, non siamo a tempo. (parte)

SCENA XV.

Rosaura ed Eleonora.

Rosaura. (Che impertinenza!) (da sè)

Eleonora. Compatitemi, se sono venuta tardi.

Rosaura. Eh! non importa.

Eleonora. Che avete, che mi parete di malumore?

Rosaura. Ho poca volontà di parlare.

Eleonora. Siete in collera? L’avete meco?

Rosaura. (Sa la sua coscienza). (da sè)

Eleonora. E che sì, che indovino che cosa avete?

Rosaura. Può essere che lo sappiate meglio di me.

Eleonora. Oh, se lo so! Siete disgustata per via dell’amante.

Rosaura. Sì, signora, per via dell’amante.

Eleonora. E vi dispiace che una, che vi fa l’amica, procuri di levarvelo.

Rosaura. Mi pare che questa sia un’azione indegna.

Eleonora. Avete ragione, e vi compatisco se siete adirata.

Rosaura. E venite voi stessa a dirmelo?

Eleonora. Ve lo dico, perchè siamo amiche. E quando ho saputo che la signora Beatrice tenta levarvi il signor Florindo, mi sono sentita ardere di sdegno per parte vostra.

Rosaura. Come! Beatrice amoreggia con Florindo?

Eleonora. Che! non lo sapete?