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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/132

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Pantalone. Sentemose, monsù Rainmur.

Rainmur. Bene obbligato. (siedono)

Pantalone. Per quel che sento, spero che no anderè via più cussì presto.

Rainmur. Anderò col capitano Corbrech il mese venturo.

Pantalone. No vorave mai che vegnisse quel zomo. La vostra compagnia me xe tanto cara...

Rainmur. Ben obbligato. (con riverenza)

Pantalone. Sti quattro mesi che ve se degnà de star in casa mia, i m’ha parso quattro zorni.

Rainmur. Ben obbligato.

Pantalone. Doveressi star qua tutto st’inverno.

Rainmur. Non posso.

Pantalone. Madamigella Giannina vostra nezza sta volentiera a Venezia.

Rainmur. Mia nipote è più italiana che olandese.

Pantalone. La xe nata in Olanda, ma da puttela i l’ha menada in Italia. Però la conserva un certo no so che, un certo serio nobile e grazioso, che no xe carattere cussì ordinario in sti nostri paesi.

Rainmur. Mia nipote studia volentieri.

Pantalone. So che a Milan, dove la xe stada quindese o sedes’ anni, la giera l’idolo del paese, e a Venezia in sti pochi mesi la s’ha fatto adorar.

Rainmur. Ben obbligato.

Pantalone. La voleu menar in Olanda?

Rainmur. Farò tutto quello che piace a lei.

Pantalone. La doveressi maridar a Venezia.

Rainmur. La mariterò dove a lei piacerà di essere maritata.

Pantalone. Voleu che ghe trovemo un partìo a proposito?

Rainmur. Bisognerebbe trovare un marito che piacesse a lei, d’una famiglia che piacesse a me.

Pantalone. Caro el mio caro amigo, deme licenza che ve parla con libertà. Casa mia ve despiaseravela?

Rainmur. Oh monsieur Pantalone! (con una riverenza)