Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/412

Da Wikisource.
398 ATTO PRIMO


colla padrona1 delle buone parole per me; e se fai qualche scoperta, avvisami, confidami tutto; e non dubitare, che hai da fare con un uomo grato, con un uomo prudente. (parte)

SCENA VIII.

Corallina sola.

Sì, in verità egli è il padre della prudenza. Si può far peggio? Ha bisogno della padrona, e egli la maledice, le dà gelosia e la disprezza. In questa maniera non la durerà in nessun luogo.

SCENA IX.

Lelio e la suddetta.

Lelio. Corallina, vi do il buon giorno.

Corallina. Serva umilissima, signor Lelio.

Lelio. Dov’è la vostra padrona?

Corallina. È in camera ritirata.

Lelio. Ha qualche cosa che la disturba?

Corallina. Io credo di no, signore.

Lelio. Ed io credo di sì.

Corallina. Che cosa crede possa ella avere?

Lelio. Disgusti col signor Ottavio.

Corallina. Oh, pensi lei.

Lelio. Sì, è così senz’altro: ella lo ama, ed ei se ne ride; basta dire, che per farla disperare, le loda in faccia una ragazza più vezzosa e più giovanetta di lei.

Corallina. Chi ve L’ha detto, signore?

Lelio. Chi? Egli medesimo.

Corallina. Come? Quando?

Lelio. Ora, in questo momento; l’incontro in sala, gli domando che fa la signora Beatrice, ed egli mi racconta2 questa bella istoriella.

Corallina. Oh che uomo senza giudizio!

  1. Ed. Zatta: colla tua padrona.
  2. Zatta: conta.