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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/57

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I MERCATANTI 47

Madamigella. Prima di amare, bisogna conoscere se la persona merita di essere amata.

Giacinto. Per me, quando mi corrisponde, merita sempre.

Madamigella. Questo è l’amor delle bestie.

Giacinto. Io vado alle corte. Se mi vuole, son qui.

Madamigella. Non so che fare di voi. Non posso amare un irragionevole, uno che non distingue le finezze del vero amore da quelle della vilissima compiacenza. (parte)

Beatrice. Vostro danno. Per causa della vostra insolenza perderete quarantamila ducati di dote, ed una sposa bella, giovane e virtuosa. (parte)

Giacinto. Della bellezza e della virtù non m’importa, mi dispiace per li quarantamila ducati: ma sono così di natura. Non posso dissimulare. Stimo più una giovane, che mi dica ti voglio bene, che non è una di queste sputa sentenze. Che importa a me che la donna sappia parlare latino? A me basta che abbia imparato a compitare queste due lettere, s, i, sì. Per me allora è la maggior filosofessa del mondo. (parte)

Fine dell’Atto Primo.