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160 | ATTO TERZO |
Frangiotto. Corallina mia, quando sto due ore senza vedervi, patisco.
Corallina. Ed io patisco, quando vi vedo.
Frangiotto. Questo è segno che mi volete bene.
Corallina. In che senso lo prendete voi il pentimento che ho nel vedervi?
Frangiotto. Lo prendo e lo capisco nel vero senso. Io amo, per esempio, la minestra di maccheroni, e se li vedo, patisco, quando, vedendoli, non ne possa mangiare.
Corallina. Io all’incontro patirei più, se vi dovessi mangiare.
Frangiotto. Lo credo anch’io; perchè mi volete bene.
Corallina. Davvero?
Frangiotto. Sì certamente. Se fossi io cosa che si mangiasse, finirei di essere il vostro caro Frangiotto.
Corallina. Mi consolo che non lo siate, e non lo siete mai stato.
Frangiotto. Brava; questo è amor vero. Se fossi già cosa vostra, passato sarebbe quel fortunato principio delle nostre contentezze matrimoniali.
Corallina. Questo principio non verrà mai.
Frangiotto. Sempre più conosco che mi amate. Chi ama, teme.
Corallina. Io non ho alcun timore.
Frangiotto. Perchè siete sicura dell’amor mio.
Corallina. No, perchè all’amor vostro non ci penso un fico.
Frangiotto. Come!
Corallina. Vi pare che questo sia un altro segno d’amore?
Frangiotto. Mi par di no, veramente.
Corallina. Ho piacere che non vi stiate più a lusingare.
Frangiotto. Conosco per altro, che voi scherzate.
Corallina. No, no, assicuratevi che parlo sincerissimamente.
Frangiotto. Ma come? Vi siete cangiata così presto?
Corallina. Che maraviglie? In un giorno si vedono dei cambiamenti più grandi. Il sole splendido diventa fosco. Torrente arido si vede pieno. I fiori nascono, e presto muoiono. Ed una femmina non può cangiar? Questa canzonetta viene a proposito.