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IL TUTORE | 389 |
ratezza. Vi vuol mettere in un luogo, dove sarete trattata male e non uscirete più fuori in tempo di vostra vita.
Rosaura. E perchè mi vuol fare questa brutta cosa?
Corallina. Oh bella! Per mangiarvi la dote.
Rosaura. E mia madre?
Corallina. Vostra madre è d’accordo.
Rosaura. Tutti contro di me?
Corallina. Tutti contro di voi, e quel giovane dabbene del signor Lelio mi ha confidato ogni cosa.
Rosaura. Il cielo di ciò lo remuneri. Cara Corallina, aiutami per carità.
Corallina. Or ora deve venire il signor Pantalone; s’apre una porta nell’entrata di questa casa, vi caccia dentro, e non vedete più nè la madre, nè i parenti, nè gli amici, nè la vostra Corallina che vi vuol tanto bene. (fingendo di piangere)
Rosaura. Povera me! Che cosa ho fatto al signor Pantalone? Che cosa ho fatto alla mia signora madre? (piange)
Corallina. Povera ragazza!
Rosaura. Corallina, aiutami.
Corallina. Eh, se voleste far a mio modo, li vorrei far restare con tanto di naso.
Rosaura. Insegnami che cosa ho da fare. Io farò tutto quello che mi dirai.
Corallina. Maritatevi.
Rosaura. Con chi?
Corallina. Col signor Lelio.
Rosaura. Bisognerà vedere s’ei mi vorrà.
Corallina. Se glielo dirò io, lo farà.
Rosaura. E poi...
Corallina. Qui vi vuole risoluzione. O dentro, o fuori.
Rosaura. Come! Non ti capisco.
Corallina. O sepolta fra quattro mura, o sposa del signor Lelio.
Rosaura. Sepolta? Oh, piuttosto sposa.
Corallina. Volete ch’io lo chiami?
Rosaura. Ah... Se si potesse...