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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, VII.djvu/404

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390 ATTO SECONDO

Corallina. Che cosa?

Rosaura. Se si trovasse il signor Florindo...

Corallina. Qui non c’è altro rimedio. Di qui non si esce: o il signor Lelio, o nessuno; o sposa, o dentro.

Rosaura. Te l’ho detto: piuttosto sposa.

Corallina. Lo chiamo?

Rosaura. Sì; ma parla tu; non mi far vergognare.

Corallina. Eh, in due parole ci spicciamo. Signor Lelio, (chiama)

SCENA XVIII.

Lelio e dette.

Lelio. (Bravissima, ho sentito tutto). (piano a Corallina)

Corallina. Signor Lelio, giacchè avete avuto la carità di scoprirci ogni cosa, se vi sentite di soccorrere questa povera sfortunata, e sposarla, ella è pronta a darvi la mano.

Lelio. Non so che dire: sarò fortunato, se potrò assicurare la sua e la mia felicità.

Rosaura. (Piange.)

Corallina. Via, 1 rispondetegli.

Lelio. La compatisco, è confusa, si rasserenerà.

Corallina. Lo volete per vostro sposo? (Rosaura piange) Dite sì, o no.

Rosaura. Sì. (mestamente)

Corallina. E voi, signor Lelio, volete per vostra sposa la signora Rosaura?

Lelio. Sì certamente.

Corallina. Via, datevi la mano.

Lelio. Eccola, mia cara.

SCENA XIX.

Pantalone, Tiritofolo, Uomini e dette.

Pantalone. Alto, alto.

Corallina. Ah signor Pantalone! Aiutateci, siamo tradite, siamo assassinate.

  1. Bett, aggiunge: cosa avete?