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Brighella. (Guarda ben, che dormirò sulla carega).
Corallina. (Via, caro marito, fammi questo piacere, va a chiameur la padrona).
Brighella. Ti me lo disi colle bone, anderò. (Oh che bel se- greto !) (da sé, parte)
Arlecchino. La favorissa, dove ala impara la creanza?
Corallina. Compatite. Son qui da voi. Ho mandato mio marito a chiamar il padrone.
Arlecchino. Brava ; così farò a lu l’ambassada.
Corallina. Ma ditemi. Che cosa vuole la signora Marchesa dal mio padrone ?
Arlecchino. La ghe voi parlar.
Corallina. Viene spesso il signor Conte a ritrovarla?
Arlecchino. Oh! spesso.
Corallina. E Brighella viene con lui (I)?
Arlecchino. Seguro.
Corallina. In casa vostra starete allegri, vi saranno delle belle cameriere.
Arlecchino. Ghe n’ è una, che no l’ è el diavolo.
Corallina. (Ah maledetto ! Per questo va (2) volentieri), (da sé
SCENA XIV.
La Contessa Rosaura e detti.
Rosaura. Chi è costui? (a Corallina)
Corallina. Il servo della signora marchesa Beatrice.
Rosaura. Che fai in questa casa?
Arlecchino. La perdona ... ero vegnudo ...
Rosaura. Che fai colla mia cameriera ? Va via di qua ; non vo- glio che i servitori trattino colle mie donne di casa.
Arlecchino. Ma mi son vegnudo ...
Rosaura. Lo so ; m’ ha detto Brighella che sei venuto a far il gréizioso colla di lui moglie. (I) Bett.: ancor lui? (2) Bett. e Pap.: Per questo Brighella vi va ecc.