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LA SERVA AMOROSA | 269 |
Rosaura. Oibò, oibò, il cielo me ne guardi. Se ci fosse il signor Fiorindo, non ci verrei per tutto l’oro del mondo. Per questo ho mandato Brighella innanzi, e s’egli c’era, non ci veniva. Anzi sarà bene ch’io parta innanzi ch’egli ritorni... (alzandosi)
Corallina. Eh, si fermi liberamente, per ora non torna.
Rosaura. Dov’è andato?
Corallina. Credo che sia da suo padre.
Rosaura. Si accomodano le cose sue?
Corallina. Questa sera le spero accomodate.
Rosaura. Ma perchè non parla dunque a mio padre?
Corallina. Egli, per quel ch’io credo, vorrebbe prima parlar con lei.
Rosaura. Se sapessi come!
Corallina. Assolutamente non v’è altro rimedio, che venire una mattina da me.
Rosaura. E se si vien a sapere?
Corallina. Non lo saprà nè men l’aria.
Rosaura. Come faremo a saper il quando?
Corallina. Lasci fare a me. Basta che mi dia parola di venir a parlar con lui, quando io l’avviserò.
Rosaura. Se sarà in mio potere, verrò senz’altro.
Corallina. Mi dà parola?
Rosaura. Vi do parola.
Corallina. Quand’è così, l’invito adesso.
Rosaura. A far che?
Corallina. A parlare col signor Florindo.
Rosaura. Dove?
Corallina. Qui, in questa casa.
Rosaura. Non ho tempo per aspettar ch’ei ritorni.
Corallina. È ritornato.
Rosaura. Come?
Corallina. Signora Rosaura, perdoni, non si adiri. Egli è in quella camera.
Rosaura. Questo è un tradimento.
Corallina. Tradimento? L’ho io mandata a chiamare?
Rosaura. Avete detto a Brighella ch’egli non c’era.