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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, VIII.djvu/507

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LA FIGLIA OBBEDIENTE 491

Cameriere. Finalmente operano da quel che sono. Basta dire che il signor Brighella, con la parrucca inanellata, mette da sè colle sue mani le candele di sevo sui candelieri.

Arlecchino. Siora Olivetta dov’ela? Vôi saludarla, avanti che la vada via.

Cameriere. La signora Olivetta è in camera del conte Ottavio, che fa i complimenti della partenza.

Arlecchino. Col conte Ottavio? Se i era in collera.

Cameriere. Sì, erano in collera, e hanno fatto la pace.

Arlecchino. Bravi; i se giusta presto.

Cameriere. Eccolo qui il signor Brighella, vestito da viaggio.

Arlecchino. Me despiase solamente no poderghe dar del ti.

SCENA VII.

Brighella e detti.

Brighella. Diseghe al mio staffier, che adessadesso anderemo via. (al cameriere

Cameriere. Sarà servita.

Brighella. Siora Olivetta dov’ela?

Cameriere. E dal signor Conte. Comanda ch’io la chiami?

Brighella. No no, no l’incomodè. Avvisè el staffier.

Cameriere. Subito. (E poi mi darà di mancia due soldi), (da sè, parte

Arlecchino. Sior Brighella, la reverisco.

Brighella. Schiavo.

Arlecchino. La vol andar via cussì presto?

Brighella. Cossa voleu che fazza in sti paesi? Io sono avvezzo a star alle corti.

Arlecchino. E la vol andar in barca de Padova?

Brighella. Chi v’ha dito sta cossa?

Arlecchino. El camerier.

Brighella. Ho preso un bucintoro.

Arlecchino. Un bucintoro? El l’averà fatto far a posta.

Brighella. Un bucintoro, siorsì; via de qua ai burchielli se ghe dis bucintori. Cosa savì voi altri papagalli?