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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, X.djvu/296

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288 ATTO TERZO

SCENA VI.

Brighella, poi Argentina e Flaminia.

Brighella. Oh che martuffo! vardè se quella l’è figura da far una parte da spaccamonti.

Argentina. Favorisca, signora, venga a principiar la sua scena. Brighella, tenete l’originale e suggerite. (gli dà un libro)

Brighella. Da cossa fala sta signora?

Argentina. Da pretendente e fastidiosa.

Brighella. No l’è el so carattere: no la farà ben.

Flaminia. Lo diceva ancor io.

Argentina. Suggerite, che anderà bene.

Brighella. Benissimo, suggerirò. (si ritira)

Argentina. A lei, signora: dia principio.

Flaminia. Vorrei maritarmi, ma non trovo nessuno che sia degno di me. Un quadro ed uno specchio sollevano i miei pensieri ad un’altezza sproporzionata. Veggo in una tela delineati i miei magnanimi progenitori. Riverbera in un cristallo la mia bellezza... Cara Argentina, queste cose le dico mal volentieri.

Argentina. Zitto. Ecco il signor Ottavio. Non interrompete la scena. Suggerite. (a Brighella)

SCENA VII.

Ottavio e detti.

Ottavio. Signora, se potessi aspirare all’onore della vostra grazia...

Flaminia. Se foste nobile veramente, avreste il merito di piacermi.

Ottavio. Porreste in dubbio la mia nobiltà?

Argentina. Signore, la parte non dice così.

Ottavio. Come dice?

Argentina. Sentite il suggeritore.

Ottavio. È vero che la mia nobiltà è miserabile... Saltiamola questa risposta.

Argentina. La scena si ha da far tutta. Ricordatevi quel che vi ho detto. Da capo.