Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, X.djvu/385

Da Wikisource.

IL FILOSOFO INGLESE 375
Rosa.   Denari? allegramente.

Che sì che l’indovino? Voi avete venduti
A un parrucchier due oncie di capelli canuti.
Lorino. Fraschetta! custodisco la chioma con tal zelo,
Che morirei di fame pria di levarmi un pelo.
Rosa. E pur guadagnereste delli denari assai,
Le setole vendendo ai nostri calzolai. (parte)
Lorino. Madama, questo è troppo. (alla Saixon)
M. Saixon.   Affè, non vi è gran male.
Lorino. Di setole favella? mi tratta da maiale?
M. Saixon. Via, via, la sgriderò. Venite qui, giochiamo.
Lorino. Eccomi a’ cenni vostri. Darò le carte.
M. Saixon.   Alziamo.
(fanno il loro giuoco a picchetto)
Milord. L’acqua non viene mai?
Gioacchino.   Eccola qui, signore.
(porta un bicchiere di acqua a Milord)
Milord. (Beve l’acqua.)
M. Saixon. Scartate. Io già l’ho fatto. Che bravo giocatore.
Milord. (Terminato di bevere, dà la tazza a Gioacchino che parte; poi si alza.
(Satire a me? Vedremo s’io scoprirò l’indegno).
(da sè, passeggia)
M. Saixon. Ehi! milord. (a Lorino, accennando Milord)
Lorino.   È agitato. (alla Saixon)
Milord.   (Lo sfogherò il mio sdegno).
(seguita a passeggiare)
M. Saixon. Che sì ch’egli ha veduta la satira pungente? (a Lorino)
Lorino. Ah per amor del cielo, di me non dite niente.
(alla Saixon)
M. Saixon. Se il sa tutto il paese! inutile è il celarlo.
Lorino. Mi pento averlo fatto. Con lui convien negarlo.
Milord. (Lorino con madama gioca tranquillamente;
Parmi di aver ragione di crederlo innocente), (da sè)
M. Saixon. Via presto, rispondete. (a Lorino, giocando)