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IL FILOSOFO INGLESE 387
M. Saixon.   Dal vostro stile ardito

Una satira voglio contro di mio marito.
Fra gli altri sentimenti, dite che alzar le mani
Contro la propria moglie sono azion da villani.
Lorino. Dunque le mani alzò.
M. Saixon.   Non è ver, non l’ha fatto;
Ma voglio dell’affronto vendetta ad ogni patto.
Monsieur Lorino, a voi.
Lorino.   Madama, non vorrei...
Cadesse la minaccia sul fil de’ lombi miei.
M. Saixon. Non si saprà.
Lorino.   Badate.
M. Saixon.   Scrivete con del foco,
Mi scorderò per questo le tre ghinee del gioco.
Lorino. A tanta gentilezza non posso dir di no.
(Tre ghinee risparmiate, e poi profitterò). (da sè)
Un solito prodigio farò colla mia mente;
Vado a compor là dentro estemporaneamente.
(entra nella bottega del caffè)

SCENA III.

Madama Saixon, poi Gioacchino.

M. Saixon. Bastami poter dire: l’affronto è vendicato.

Che importa se costui fosse anche bastonato?
Spiacemi restar sola. Rosa? (chiama) Non sente. Rosa?
Gioacchino? (chiama)
Gioacchino.   Mia signora.
M. Saixon.   Vien qui, chiamami Rosa.
Gioacchino. Vi servo. (va a picchiare)