Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XI.djvu/142

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134 ATTO PRIMO


Ridolfo. Gli avete pur creduto finora.

Dottore. Per mio malanno, per causa vostra, perchè il diavolo ha voluto che io gli creda.

Ridolfo. Via, via, calmatevi. Beviamo la cioccolata.

Dottore. Cioccolata non ce n’è più.

Ridolfo. Non ce n’è più? L’ha bevuta il signor capitano?

Dottore. Ha bevuto il diavolo che se lo porti.

Ridolfo. Non ci facciamo scorgere sul più bello. Se non avete cioccolata in casa, mandiamola a prendere alla bottega.

Dottore. Primo: promette e s’obbliga... (scrive fremendo)

Ridolfo. Si è fatto il più, s’ha da fare anche il meno.

Dottore. Promette e s’obbliga il signor Pantalone de’ Bisognosi... (come sopra)

Ridolfo. È forse la scrittura per il vestiario, che deve far il signor Pantalone per il reggimento?

Dottore. Sì, per il reggimento de’ mammalucchi. Concedere la signora Costanza, di lui figliuola, in isposa... (come sopra)

Ridolfo. A chi la promette?

Dottore. Al signor Fabio Cetronelli... (come sopra, scrivendo)

Ridolfo. Fermatevi; non andate innanzi con quella scrittura; la fatica è gettata.

Dottore. Per qual ragione?

Ridolfo. Ve la dirò, se non lo sapete. La signora Costanza, figlia del signor Pantalone, la vuole per sè il signor capitano, ed ora si sta trattando...

Dottore. Sì, si sta trattando! Scioccherie: al signor Fabio Cetronelli... (ripetendo e scrivendo, come sopra)

Ridolfo. Vi dico che assolutamente sarà sposa del signor capitano; il signor Pantalone medesimo l’ha detto a me.

Dottore. Come può essere, s’egli m’ha ordinato di stendere questa scrittura?

Ridolfo. Il signor capitano gliel’ha domandata; ed egli, conoscendo di fare la fortuna della sua figliuola, ha trovato de’ pretesti per liberarsi dal signor Fabio.

Dottore. Mi par impossibile. Il signor Pantalone ieri mattina mi