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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XI.djvu/238

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facilissimo per porgere ad esso le loro suppliche; basta ch’ei le ritrovi oneste per impegnarsi a proteggerle, ed impegnato ch’egli è, può ciascheduno esser certo ch’ei non risparmia nè uffizi, ne fatiche, ne tempo, per rendere operosa e benefica la di lui mediazione; e siccome è liberale con tutti delle sue grazie, così può sperare da chi che sia, a prò degli altri, una favorevole compensazione.

Ho io detto molto, Nobilissima Dama? Siete Voi malcontenta di quel che ho detto? Spero che no. Le lodi che giustamente convengono al vostro Sposo, diventano lodi vostre; poichè siete due in una carne, come dice lo Spirito Santo; e noi diciamo più volgarmente, siete con esso lui due corpi ed un solo cuore. Temo bensì ch’egli meco si sdegni per un arbitrio presomi contro il suo comando primiero, quasi che non fosse vicino il termine del suo Governo del Zante1, e non si approssimasse quel giorno in cui sentir dovessi i suoi rimproveri e la mia mortificazione.

Ma venga egli ben tosto; volino questi giorni più tormentosi, venga a rimproverarmi, se gli dà l’animo, dopo aver detta la Verità. La sua modestia me lo poteva impedire, la sua giustizia non mi può condannare, e per conciliare nell’animo suo queste due virtù nel caso mio contrarie, vagliami l’efficacissimo mezzo di Vostra Eccell. Ella, che tutto può sopra del di lui cuore, mi faccia strada al perdono, promettendogli che lascierò di lodarlo allora quando cesserà egli di meritare le lodi; ma all’incontrario egli si affatica di meritar sempre più, ed io vengo meno per le pesanti brighe che mi circondano, e per gli anni che affaticati mi crescono; onde se mi mancherà la lena di scrivere, non cesserò coll’animo di dimostrarmi ammiratore ossequioso del Cavaliere Marito, e della Dama consorte, a cui profondamente m inchino.

Di V. E.

Umiliss. Dev. Obblig. Servidore
Carlo Goldoni.


  1. Durò detto governo tre anni, dal 1755 al 1758, secondo le leggi della Repubblica.