Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XII.djvu/411

Da Wikisource.

LA BUONA FAMIGLIA 405


Lisetta. Sì, e sappiatemi dire.

Nardo. Vi dirò tutto; fra di noi si ha da passare d’accordo.

Lisetta. Ci predicano l’armonia i padroni; non potranno dire che non si vada fra di noi di concerto.

Nardo. Aspettatemi, che ora torno. (parte)

SCENA IX.

Lisetta, poi Isabella e Franceschino.

Lisetta. Nardo è un buonissimo ragazzo; se mi volessi maritare, non lascierei lui per un altro, ma in questo seguito volentieri le insinuazioni della padrona. Non ho mai fatto all’amore, e non mi curo di farlo. Può essere però che un giorno ci pensi per prender stato, e non ridurmi vecchia senza nessuno dal cuore. In tal caso Nardo sarebbe secondo lui il genio mio, ma quando poi mi fosse marito, vorrei per assoluto ch’egli lasciasse il vizio della curiosità.

Isabella. Lisetta, che vuol dire che oggi non si va a desinare?

Franceschino. Per verità, ho fame io pure; e poi, se ho d’andare alla scuola, poco tempo mi resta per desinare.

Lisetta. Ora è andato Nardo a sentire che cosa dicono. Cioè, che cosa dicono intorno al desinare; non già che ei voglia sentire quello che fra essi parlano.

Isabella. Il signor nonno ci porterà i versi.

Franceschino. Io li copierò subito, e darò a voi la parte che vi toccherà dire.

Lisetta. Li sentirò anch’io, non è egli vero?

Isabella. Li diremo a tutti; e chi li vorrà sentire, ci donerà qualche cosa.

Lisetta. Fatemi un piacere, ditemi la bella canzone della colazione.

Franceschino. Non si dice più.

Lisetta. Perchè non la dite più?

Isabella. Non vuole il signor nonno che si dica più.

Lisetta. Io non so capire il perchè.

Franceschino. Lo saprà egli il perchè; io non ve lo so dire.