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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XII.djvu/68

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62 ATTO TERZO
Marchese.   (Esser potrebbe tale.)

Sentiam che sappia dire. Sentirlo non è male).
(piano a donna Marianna)
Marianna. Ben, che vi pare, amico, di me poter predire?
Gianfranco. Favorite la mano. Lasciatevi servire.
Marianna. (Gliela do?) (al Marchese)
Marchese.   Si può farlo.
Marianna.   Ecco la mano, amico.
Gianfranco. Prima dico il passato, poi l’avvenir predico.
Con poca buona voglia vi siete maritata:
Con poco dispiacere poi vedova restata.
Vecchio il primo consorte passato all’altro mondo,
Vi fa desiderare più giovane il secondo;
E mostra questo segno dei critici nel ruolo.
Che voi non lo trovate per causa del figliuolo.
Marianna. È uno stregon costui.
Marchese.   Certo; fa maraviglia.
Gianfranco. Lasciate, mia signora, vi guardi tra le ciglia.
Vuò parlarvi in segreto.
Marianna.   Marchese, con licenza.
Marchese. Fate, fate, signora. (Si porta in eccellenza).
Gianfranco. Siete amorosa: è vero? all’imeneo inclinata.
(donna Marianna fa cenno col capo due volte di sì)
Ma nelle cose vostre siete un poco ostinata.
È vero? Confessate. So tutto, e non bisogna
Dell’astrologo in faccia negare per vergogna.
È vero?
Marianna. Sì, tacete. Ehi, chi è di là?
Nardo.   Signora.
Marianna. Venga qui Rinaldino. (Nardo parte)
Gianfranco.   Non ho finito ancora.
Voi siete innamorata del vostro unico figlio;
Ma questo vi minaccia, signora, un gran periglio.
Temo che l’amor vostro non l’abbia a rovinare,
E ch’ei vi maledica.