Vai al contenuto

Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XIII.djvu/318

Da Wikisource.
312 ATTO PRIMO
Cavaliere. Come voi vi chiamate?

Lucietta. Lucietta, per servirla.
(Farme sta azion a mi? no vôi soffrirla.) (da sè)
Cavaliere. Lucietta.
Lucietta. Cossa vorla?
Cavaliere. Siete sposa?
Lucietta. Sior no.
Cavaliere. Siete fanciulla?
Lucietta. Certo, che qualcossa sarò.
Cavaliere. Voglio venir a basso.
Lucietta. Chi lo tien? (Il Cavaliere entra)
Vôi che al me senta quel baron, col vien.
(verso Anzolelto)
Cossa xe sto impiantarme?

SCENA IX.

Donna Cate e Lucietta.

Cate. Oe, Lucietta. (di dentro)

Lucietta. Sì, sì, podè chiamarme.
Fina che no me sfogo,
No vago, se i me dà1, via da sto liogo.
Cate. Cossa fastu qua in strada? (esce di casa)
Lucietta. Gnente.
Cate. Ti è inmusonada2
Per cossa, cara fia?
Lucietta. Quel baron del marzer
Xe passà.... l’ho chiamà...
Nol m’ha gnanca aspettà. (piangendo)
Cate. E ti pianzi per questo?
Lucietta. Siora sì.
Cate. El vegnirà debotto.

  1. «Se mi percuotono»: Cameroni, l. c.
  2. Ingrognata.