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148 ATTO TERZO
Filiberto. Vi servirò. (Ma intanto l’amico resta qui).

(piano a donna Berenice)
Berenice. Don Claudio, la memoria quest’oggi mi tradì.
Mia cognata Lugrezia mandò per avvisarmi,
Che sposa il primogenito. Con lei vuò consolarmi;
Ma a me tanto stucchevoli sono i discorsi suoi,
Che seco le mie parti vi supplico far voi.
Claudio. Subito, mia signora.
Filiberto.   Servirvi anch’io mi affretto.
Berenice. Andate, e poi tornate, che tutti due vi aspetto.
Claudio. (L’arte seguir mi giova per conservarla amica).
(da sè, indi parte)
Filiberto. (Il moderar la bile costami gran fatica), (da sè, e parte)
Berenice. Spero colla mia testa riunir gli amici miei.
Li voglio tutti uniti, li voglio tutti sei.
A vivere mi piace in buona società i
Per un se mi dichiaro, perduta è libertà.
Tener incatenati gli amici non pavento,
Se fossero sessanta, se fossero anche cento. (parte)

Fine dell’Atto Terzo.