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LO SPIRITO DI CONTRADIZIONE 161
Rinaldo. Di grazia, compatitela; Cammilla fu avvezzata

A vivere dall’aria difesa, e ritirata.
Anch’io, per dire il vero, l’aria soffrir non soglio.
Ma sto qui, non mi parto.
Dorotea.   Andate; io non vi voglio.
Rinaldo. Ma perchè?...
Dorotea.   Con il padre ite, e colla sorella.
Rinaldo. Ditemi la ragione...
Conte.   Itene. Oh, questa è bella.
La signora non parla senza la sua ragione,
E un torto a lei commette chi al suo voler si oppone.
Un marito discreto, che peni a disgustarla,
Si alza immediatamente, se ne va via, e non parla.
Dorotea. Bravo, Conte, davvero.
Rinaldo.   (Del Conte io so l’impegno;
So che per questa via conduce il suo disegno). (da sè)
Dorotea. Udiste il suo consiglio? Provate a secondarlo. (a Rinaldo)
Rinaldo. Mi alzo immediatamente, me ne vo via, e non parlo.
(parte)
Dorotea. Ora mi ha dato gusto. (si alza)
Conte.   Credetemi, signora, (si alza)
Che gli altri in poco tempo si cangieranno ancora.
Veggo che il mio sistema inutile non è.
Lasciatemi operare, fidatevi di me.
Dorotea. Della vostra prudenza assicurata io sono.
A voi cogli occhi chiusi mi arrendo e mi abbandono.
Se gli altri mi diranno che il sole è risplendente,
Credere che sia tale saprò difficilmente.
Ma quando a voi piacesse dirmi che il bianco è nero.
Conte, vi ho tanta fede, che mi parrebbe il vero.
Conte. (Voglio darle la prova se parlami sincera).
Signora, ecco Volpino, ecco la cameriera.
Dorotea. Che ho da far di costoro?
Conte.   Se sono rei, punirli;
E se sono innocenti, tenerli e compatirli.