Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1912, XV.djvu/438

Da Wikisource.
430 ATTO QUARTO
Valentina. Solamente in pensarlo sento strapparmi il cuore.

Felicita. Che diavol! col marito vuoi star da tutte l’ore?1
Se non vuoi perder tutto, qualcosa hai da soffrire.
Valentina. Ma nasceran dei casi che mi faran scoprire.

SCENA VII.

Fabrizio e detti.

Fabrizio. Che cosa è quest’imbroglio?

Valentina.   (Oh diavolo! il padrone).
(a Felicita)
Baldissera. (È fatta la frittata). (da sè)
Felicita.   (Ritrova un’invenzione).
(a Valentina)
Valentina. (Eh sì sì, non mi perdo). (a Felicita)
Fabrizio.   Che si fa, Valentina?
Valentina. Un contratto di nozze.
Fabrizio.   Per chi?
Valentina.   Per la Rosina.
Venne il signor Ippolito, saran pochi momenti.
Parlai colla ragazza; entrambi son contenti.
Ho chiamato il notaro; ei stende il suo contratto,
E voi lo vederete allor che sarà fatto.
Siete forse pentito?
Fabrizio.   No, ma in tal matrimonio
Che c’entra Baldissera?
Valentina.   Serve di testimonio.
Fabrizio. Schiavo, signor notaro.
Notaro.   Servo, padrone mio.
Fabrizio. Con sua buona licenza, voglio vedere anch’io.
Notaro. Chi siete voi?
Fabrizio.   Chi sono? Un che non conta nulla!
Chi sono? Oh, questa è bella! Lo zio della fanciulla.
(in collera)

  1. Ed. Zatta: a tutte l’ore?