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38 ATTO SECONDO
Non dite che sia donna quella che lo domanda.

Posso di voi fidarmi?
Marinaro.   Farò quel che comanda.
(parte inchinandosi)
Roberto. Servo a donna Marianna; con vostra permissione,
Vo a rintracciar, s’io posso, comoda abitazione.
Marianna. Itene, don Roberto, a far quel che vi aggrada.
Paolina. E noi alloggieremo in mezzo ad una strada?
Marianna. Ritroverem noi pure per ricovrarci un tetto.
Ma don Luigi in prima di rivedere aspetto.
Paolina. Veder non lo potrete in un albergo ancora?
Marianna. Se il marinaro il loco non sa di mia dimora,
Come vuoi tu che seco conduca il cavaliere?
Paolina. Può intanto don Roberto l’albergo provvedere.
Già se vien don Luigi, credo sarà tutt’uno,
E resteremo entrambe a stomaco digiuno.
Marianna. Per me penso altrimenti; però son persuasa.
Che abbiaci don Roberto a provveder di casa.
Roberto. Lo farò volentieri, giacchè la sorte mia
Mi fe’ goder nel viaggio la vostra compagnia.
È giusto che m’impieghi per voi con diligenza.
Se degno mi faceste di vostra confidenza.
Paolina. Per noi fu una fortuna trovare in quel naviglio
Un uomo, come voi, di senno e di consiglio.
In verità là dentro, senza d’un uomo allato.
Di due femmine sole non so che saria stato.
Per servir la signora, cambiai le vesti e il nome,
Ma mi conobber subito, e non saprei dir come;
Un capitano inglese, pieno di carità,
Scherzando del suo letto mi offerse la metà.
I marinari accorti, bricconi, galeotti.
Mostrando non conoscermi, mi dier dei pizzicotti.
E senza don Roberto, che alfin mi ha preservata.
Affè, quei malandrini mi avrian precipitata.
Roberto. Servire ad una dama accolto ho con piacere;