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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1912, XV.djvu/502

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494 ATTO SECONDO
Questo è piacer? piacere è andare in compagnia

Ora ad una locanda, ed ora a un’osteria.
Far preparar talvolta la cena ad un casino,
Far che serva da cuoco l’oste del Pellegrino.
E ridere, burlare, e bere una bottiglia
Di vin di Fontignac, di liquor di vainiglia.
Petronilla. Il Cavaliere è fatto secondo il genio mio.
Quando si mangia e beve, sempre ci sono anch’io.
E voi, Duca?
Duca.   Per dirla, io non ci son portato.
Ma fo quel che fan gli altri.
Cavaliere.   Il Duca è innamorato.
E chi lo vuol vedere, il Duca eccolo lì
Vicino ad una dama a far ci ci ci ci.
Duca. (Quanto è sciocco, s’ei crede che ami la maritata!)
(da sè)
Petronilla. Cavalier, favorite.
(invitandolo a sedere dall’altra parte, presso di lei)
Cavaliere.   Eh! se siete occupata.
(Mi preme donna Barbara. Quella è la gioia mia).
(da sè)
Petronilla. (Povero Cavaliere! Del Duca ha gelosia). (da sè)
Via, Cavalier, sedete. Vi stimo tutti due.
Saprò usar a ciascuno le convenienze sue.
Duca. (lo per me la dispenso).
Cavaliere.   (Poco di lei mi preme).
Petronilla. Non potran favorirmi due cavalieri insieme?
Duca. Non vo’ altrui dispiacere.
Cavaliere.   Torto non fo all’amico.
Petronilla. (Con questi due gelosi sono in un brutto intrico).
Cavaliere. Oggi, per quel ch’io vedo, siete impiegata bene.
Duca. Ma se vi cedo il posto...
Cavaliere.   So quel che mi conviene.
Veggo là donna Barbara. Signora, favorite.
Siete desiderata. (verso la scena)