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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1912, XV.djvu/515

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LA SPOSA SAGACE 507
Lisetta.   Vi ho perduto il concetto.

Me l’ha detto Moschino quel che gli avete detto.
Mariano. Brava, brava, signora. Voi siete la prudente.
io ho chiacchierato, e voi non diceste niente.
Lisetta. Cosa può dir Moschino? Non sono una ciarliera.
Mariano. Ed io che cosa ho fatto? Mostrai la tabacchiera.
Lisetta. Ei l’avrà conosciuta.
Mariano.   Certo, non ci pensai
Ch’egli la conoscesse; non lo credeva mai.
Lisetta. Non avete prudenza. L’ho detto in verità.
Che quella tabacchiera un dì ci scoprirà.
La conoscono tutti, e voi che che non è,
La tirerete fuori. Consegnatela a me.
Mariano. No no, non vi è pericolo, non farò più il sproposito.
Lisetta. Consegnatela a me, ve la terrò in deposito.
Mariano. La porrò nell’armadio.
Lisetta.   E se la trovan poi?
Mariano. Vi è lo stesso pericolo, se la consegno a voi.
Lisetta. Ho dei luoghi segreti, dove nessun ci tocca.
Mariano. La scatola mi piace, e nessun me la scrocca.
Lisetta. Se voi me la donaste, vi avrei l’obbligazione.
Mariano. Presto, che la padrona mi aspetta col cappone, (parte)

SCENA 111.

Lisetta, poi don Policarpio.

Lisetta. Non son quella ch’io sono, se a lui la tabacchiera

Non faccio dalle mani sparire innanzi sera.
Me l’ho cacciata in testa, non già per il valore,
Ma voglio superarla per un punto d’onore.
Policarpio. Andate un po’ a vedere che cosa ha la signora,
Che grida come un’aquila.
Lisetta.   Vuol mangiare a quest’ora.
Policarpio. Il cielo le conservi e la vista e l’udito.
Come la mia signora sta bene d’appetito.