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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1913, XVI.djvu/166

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160 ATTO TERZO

SCENA V.nota

Silvestra, Ferdinando e dette.

Silvestra. Putte, cossa diseu? m’oi trovà un bel braccier?

Felice. Brava, siora Silvestra.
Marinetta.   Brava! col forestieri
Ferdinando. Che vedo! in questa casa la signora Marina?
Silvestra. Sior sì, la xe mia nezza.
Ferdinando.   Nezza?
Silvestra.   Mia nepotina.
Ferdinando. Questa mi giunge nuova. Non mi credeva mai
Di essere dove sono.
Marinetta.   Mo, ghe despiase?
Ferdinando.   Assai.
Marinetta. Grazie del complimento.
Felice.   Vardè là che bel sesto!
Ferdinando. Con ragion, mia signora, meravigliato io resto.
Marinetta. Perchè?
Ferdinando.   Voi lo dovreste saper più di nissuna.
Marinetta. Mi credo che el zavaria.
Felice.   Ai quanti fa la luna?
Silvestra. Sto signor, Marinetta, el sta a disnar con nu.
Marinetta. Dasseno? me consolo.
Ferdinando.   No, non vi resto più.
Silvestra. Perchè? S’alo pentìo?
Marinetta.   Fursi per causa mia?
(Sta vecchia!... Fe de tutto de menarmela via).
(piano a Felice)
Silvestra. No crederave mai, che el me fasse sto torto.
Felice. Sentì, siora Silvestra. (El xe innamorà morto).
Silvestra. (De chi?)
Felice.   (De vu).
Silvestra.   (Dasseno?)
(I) Nelle edd. Guibert-Orgeas, Zalta ecc. è stampato per errore scena X.