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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1913, XVI.djvu/311

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LA DONNA FORTE 289


ATTO SECONDO.

SCENA PRIMA.

Camera della Marchesa.

La Marchesa sola.

Che è mai quest’inquietudine che nel mio core io sento?

Pace, calma, riposo non trovo un sol momento.
Dopo che quel ribaldo mi fe’ quell’imbasciata.
Misera! son rimasta confusa ed agitata.
Penso, che se non fosse dal Conte a me spedito.
Di mentir senza causa non averebbe ardito;
E se lo manda il Conte, vi sarà il suo mistero.
Chi sa mai quale arcano nasconda il suo pensiero?
E s’egli di un colloquio mi prega instantemente.
Cosa temer io posso da un cavalier prudente?
Riceverlo potrei di mia cognata in faccia,
Di femmina imprudente per isfuggir la taccia;