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508 ATTO QUINTO
Lasciovi nel partir questo ricordo;

Se bramate del ben, fate del bene.
Che l’inferno ed il ciel non van d’accordo. (via)
Conte. Un’altra cosa aggiunger mi conviene:
Lamentarvi di ciò non siate1 ardito.
Che pagherete dell’ardir le pene. (via)
Rigadon. Resto nell’interesse e in cor ferito,
E non ho da parlar? che dite voi?
Parvi che sia ridotto a mal partito? (a Madama)
Un balletto formar possiam fra noi.
Madama. Con Ridolfo la danza a far mi appresso;
Egli la suona cogli affetti suoi.
L’anno della Befana è giunto presto;
Questi è il consorte mio, se nol sapete;
Io vi saluto, ed ei vi dica il resto. (via)
Ridolfo. Il resto che ho da dir, lo prevedete:
Preparate la dote alla germana.
Altrimenti per forza la darete. (via)
Rigadon. Oh caso inaspettato! oh sorte strana!
Mi abbandonano tutti. Or da me solo
Suonar posso, e cantar la chiarenzana.
Fortuna non si speri aver con dolo;
Chi semina fra i sterpi, il prun ricoglie.
Non produce cornacchia l’ussignolo.
Chi cerca d’arricchir coll’altrui spoglie,
Rimane al fin del ballo scorbacchiato;
Come fa il ballerin fra queste soglie.
O voi che avete l’animo inclinato
Al sentier di virtù, ch’è di voi degno.
Ridete del Maestro corbellato;
E date a noi d’aggradimento un segno.

Fine della Commedia.


  1. Nell’ed. Zatta: siete.