Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1913, XVII.djvu/102

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Il secolo XIX die agl’Innamorati una classica Eugenia in Carlotta Marchionni (cfr. F. Righetti. Studi sull’arte drammatica, Torino, 1834, vol. 2, p. 146): ottimi Fulgenzii: il Dc-Manni, Ferdinando Meraviglia (Rasi, ad nomina), Tommaso Salvini (Jarro. Vita aneddotica di T. S., Firenze, 1908, p. 383), Ernesto Rossi (Quarant’anni di vita artistica. Firenze, 1887, vol. I, p. 94, Carlo Guetta, E. R., Livorno, 1906. p. 9). il Rossi in Comp. Reale Sarda recitò nel 1854 a Firenze gl’Innamorati con la Ristori. Al «perfetto accordo» di quei «due nostri artisti incomparabili e insuperabili... allora giovani entrambi» nel capolavoro goldoniano accenna con entusiastico encomio il De Gubernatis, ch’ebbe la ventura di sentirli (C. Goldoni, Corso di lezioni, Firenze, 1911, p. 323). Note originali recarono certo nella parte del focoso innamorato Ermete Zacconi (Costetti, Il teatro italiano nel 1800, Rocca di S. Casciano, [1901], p. 455) e Michele Bozzo. «Chi ricorda il Bozzo negli Innamorati — chiede G. di Martino — e propriamente nella scena XIII del secondo atto con Eugenia? Chi ricorda quegli attentati alla sua vita col famoso coltello, quelle lacerature furibonde di fazzoletto, la rottura del cappello a staio... (licenza che l’anima di Goldoni gli avrà perdonata in merito della grande interpretazione!) compiuta a colpi del cappello medesimo contro la sua testa, ricca di capelli neri e lunghi, a zazzera?» (Proscenio, Napoli, 30 giugno 1901). E questa descrizione c’insegna pur troppo che anche la nostra commedia non si recitava sempre in costume goldoniano! Non vanno dimenticati, nella gustosa parte di Fabrizio, Luigi Taddei, Giuseppe Moncalvo (Rasi, c. s.), che l’eseguiva in veste e linguaggio di Meneghino, e tra le Eugenie, a noi più vicine, Tina di Lorenzo, Dora Baldanello (cfr. G. P. [Giulio Piazza] Gli innamorati. Il Piccolo, Trieste, 29 maggio Ì908), Virginia Reiter (Manca, Gli ultimi Goldoniani. Rivista d’Italia, febbr. 1904, p. 286), Giuseppina Bianchini (Il Piccolo, 23 giugno 1909). Ma oggi le nostre attrici giovani trascurano troppo la bellissima parte e bene a ragione un critico si duole ch’esse «non conoscano p. e. che Mirandolina e non stimino degna d’un po’ di studio l’Eugenia degli Innamorati» (Maschera, Napoli, 21 novembre 1909).

Alla parziale riduzione in dialetto milanese, che il Moncalvo recitava, va aggiunta un’altra napoletana, opera di Roberto Villani, dal titolo Nnamurate ntussecuse (Russo Ajello, Tragedia e scena dialettale. Torino-Genova, [s. a.], pp. 199, 200). È verisimilmente il rifacimento, al quale allude questa notizia del Brognoligo: «poco tempo e a Napoli ebbe il plauso del pubblico e della critica una riduzione dialettale, felicissima, degli Innamorati...» (La Fortuna del G. La Vedetta. Fiume, 1907, p. 314).

Anche d’una libera imitazione del Nota «Le risoluzioni in amore» (rappr. nel 1820 a Genova) è da tener conto. Il Nota si valse però ancora della trilogia di Zelinda e Lindoro e del Dépit. L’analisi minuta delle relazioni di questa commedia con le sue fonti è nel citato studio del Baumann.

Le Scelte e Antologie dove si trova tutto o in parte questo lavoro sono quelle del Fraporta (1781, voi. 2), del Montucci (1828, IV) che toglie, aggiunge, corregge, al solito, e in una nota se la prende calda col Goldoni per via dei fegatelli arrostiti (a. I sc. VIII), la Scelta milanese, edita dal Silvestri (1825, I), quelle del Sonzogno (voi. I, 1886), del Guastalla e, ultima, la scelta dell’Istituto editoriale italiano (1912, voi. XI), diretta dal Martini. Un’edizione