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scolastica degli Innamorati, curata da Ernesto Lamma è citata più sopra. Ne riferì Maria Ortiz nella Cultura di Roma (1 aprile 1908).

Al sonetto della Contessa Lara e ai versi di Guido Mazzoni sono da aggiungere altri di Lucio d’Ambra (Gl’Innamorati. Tirso, Roma, 1907) pure ispirati dalla nostra commedia.

Anche la musica concorse alla popolarità degl’Innamorati. Ne trasse un libretto Giuseppe Poppa per i maestri Sebastiano Nasolini (atto primo) e Vittorio Trento (a. secondo), ribattezzando il povero Fabrizio senza più in Fanfarone e Succianespole (nome poco musicabile?) in Tartufola. Non contento di queste innocue libertà il Poppa, in una nota al cortese leggitore, rivede così le bucce anche all’arte del Goldoni: «Ho cercato di tener dietro possibilmente alle traccie luminose segnate nell’originale del mentovato chiarissimo Autore, il quale sciolto dallo strettoio dei chiari scuri e delle convenienze ne ha fatto un’eccellente commedia (Gli Innamorati, dr. p. mus. di G. F. da rappresentarsi nel nobilissimo Teatro Venier in San Benedetto il Carnevale dell’anno 1793. In Venezia, 1793, Penzo. Si diede anche col titolo: Gli amanti in collera. Cfr. Gazz. urbana veneta, 1793, p. 77). Ma che sarà mai lo strettoio dei chiari scuri?

Certo il carattere della conunedia, apparso troppo italiano a qualche critico straniero, ne pregiudicò la diffusione all’estero. Il numero delle traduzioni da noi rintracciate non pareggia il valore dell’opera ed è ben inferiore alla copia di versioni avute da altre di assai minor pregio. Fa come sempre onorevole eccezione la Germania, la quale, non ne conta meno di tre.

Die verliebten Zanker. Eine frye Übersetzung aus dem Ital: des berühmten Dr. C. Goldoni von J. G. von Laudes. Wienn, zu finden in dem Krausischen Buchladen, nächsl der K. K. Burg, 1764 (con un rame che rappresenta la sc. XI dell’a. I).

Die verlieblen Zänker, nel IV volume della traduzione del Saal, pubbl. nel 1769.

Sind die Verliebten nicht Kinder. Ein Lustspiel in drey Aufzügen. Nach dem Italiänischen des Goldoni. Gotha, bey Carl Wilhelm Ettinger, 1778. (Tradusse H. O. Reichard, editore del Gothaer Theaterkalender). Cfr. Hodermann, Gesch. des Gothaischen Hoftheaters, 1775-1779, Hamburg u. Leipzig, 1894. p. 157.

La traduzione del Laudes si eseguì la prima volta a Vienna il 4 ottobre del 1764, quella del Reichard il 7 dicembre del 1776 a Gotha e grande fu la fortuna di tutte e due sulla scena. Abbondano le testimonianze nelle cronistorie dei teatri tedeschi, nelle biografie di comici, nei giornali e nelle preziosissime collezioni di programmi, di cui le biblioteche di Germania sono tanto ricche. Per il valore delle traduzioni cs. Sulger-Gebing, in Zeitschrift f vergl. Literalurgesch., 1897, p. 494 e Mathar, C. Q. auf dem deutschen Theater des XVIII. Jabrbunderls, Montjoie, 1910, pp. 61-64, 165-167. Il titolo lezioso e moraleggiante («Non son bambini questi Innamorati») scelto dal Reichard, fu criticato aspramente dai Tieck (Kritische Schriften, Leipzig, 1908, vol. III, p. 219). Celebri attori tedeschi del settecento lasciarono ricordo di sè quali interpreti degli Innamorati: l’Eckhof e Schröder nella parte di Fabrizio, Prehauser in quella di Succianespole (cfr. Hodermann, op. cit., p. 61; Theater-