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PAMELA MARITATA | 149 |
ATTO TERZO.
SCENA PRIMA.
Milord Bonfil, poi Isacco.
Bonfil. Non ho provato mai un’angustia d’animo quale ora provo. Meglio per me sarebbe stato, che milord Artur mi avesse prevenuto nel colpo, e mi avesse tolta la vita. Mi sovviene de’ teneri miei affetti con quest’ingrata, ricordomi gli amorosi trasporti, gli affanni, le dubbietà1, i combattimenti dell’animo, ma niente di ciò può paragonarsi alle smanie che mi agitano presentemente. Trattavasi allora di consolare il mio cuore, ora trattasi di lacerarlo per sempre. Quell’onore che argomentava contro la mia passione, mi porge ora la spada in mano per cancellarne gli oltraggi. Ma che? potrò esser severo con colei che ho amato teneramente? con colei che a mio dispetto ancor
- ↑ Ed. cit.: dubiezze.