Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1913, XVII.djvu/161

Da Wikisource.

PAMELA MARITATA 151

Miledi. Credo sia ancora in giardino. Non l’ho più veduto dopo il fatto della pistola.

Bonfil. Di che pistola? (alterato)

Miledi. Ah, non l’ho da sapere.

Bonfil. Dovete1 persuadervi di non saperlo.

Miledi. Ma perchè mai?

Bonfil. Parliamo d’altro...

Miledi. Sì, parliamo d’altro. Qual risoluzione prenderete voi con questa femmina, indegna di essere vostra sposa?

Bonfil. Parlate di lei con un poco meno di libertà.

Miledi. Come? ad onta delle sue mancanze seguitate voi a difenderla?

Bonfil. A me non lice difenderla, e a voi non conviene di maltrattarla.

Miledi. Il sangue m’interessa per l’onore di un mio fratello.

Bonfil. Fareste bene, se il vostro sangue non fosse contaminato dall’odio.

Miledi. Non è forse vera l’intelligenza di Pamela con milord Artur?

Bonfil. Potrebbe darsi che non fosse vera.

Miledi. Perchè dunque sfidarlo colla pistola?

Bonfil. Che parlate voi di pistola? (con isdegno)

Miledi. (Se non fosse mio fratello, lo strapazzerei come un cane).

SCENA III.

Isacco e detti.

Isacco. Signore, il Conte non si ritrova2.

Bonfil. Sciocco! ci deve essere.

Isacco. Eppure non c’è.

Bonfil. Come! il padre di Pamela non c’è3?

  1. Ed. cit.: Vi ho detto che dovete ecc.
  2. Nell’ed. cit. si legge: «Signore, io ho cercato per tutto, e questo signor Conte non lo ritrovo.
  3. Nella cit. ed. la didascalia aggiunge: alterato. Poi così segue il dialogo: Falloppa. Assolutamente non c’è. B. con sdegno. Poco ci mancherebbe ch'io non ti rompessi la testa. Ci deve essere e ci sarà?? F. Ci sarà? B. Sì, cercalo, e ci sarà. F. Eh! tornerò a vedere. in atto di partire».