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424 ATTO SECONDO

Aiutante. Scusatemi, mi pare sia più decoroso il comandare a un picchetto, di quel che sia andare in truppa scalar le mura di una fortezza.

Ferdinando. No; colà vi è maggior onore, dov’è maggiore il pericolo. Don Faustino non mi doveva essere preferito.

Aiutante. E pure so che il generale fa stima di voi, e giudico certamente, che dandovi questa commissione abbia inteso di darvi un posto d’onore.

Ferdinando. Del generale non mi lamento.

Aiutante. Di chi dunque?

Ferdinando. Di don Faustino, che maneggiandosi per essere fra gli assalitori, ha inteso di soverchiarmi.

Aiutante. Io credo tutto al contrario. Don Faustino ama donna Florida, e donna Florida è stata condotta da suo padre in fortezza: pensate ora con qual piacere può andargli incontro colla spada alla mano.

Ferdinando. È vero quel che mi dite?

Aiutante. Verissimo. (SI ode suonare un cornettone da posta)

Ferdinando. Donde viene questo suono?

Aiutante. Da quella parte.

Ferdinando. È un uomo a cavallo.

Aiutante. E corre a carriera aperta.

Ferdinando. Carluccio, riconoscete quell’uomo.

Carluccio. (Sì avanza.)

SCENA X.

Un Corriere a cavallo di galoppo, e detti.

Carluccio. Chi va lì?

Corriere. Corriere.

Carluccio. Dove andate?

Corriere. Al campo.

Carluccio. Chi domandate?

Corriere. Ho un dispaccio per il generale.

Carluccio. Ha sentito? (a Ferdinando)