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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1913, XVII.djvu/48

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40 ATTO PRIMO

Eugenia. Io lo so, perchè differite.

Fulgenzio. E perchè?

Eugenia. Perchè avete paura di disgustare vostra cognata.

Fulgenzio. Maladetta sia mia cognata; maladetto sia quando parlo.

Eugenia. Eccolo qui, non si può parlare.

Fulgenzio. Ma se sempre mi provocate.

Eugenia. Mi voglio mettere a non dir più una parola.

Fulgenzio. Non potete parlare senza dire delle schiocchezze?

Eugenia. Le schiocchezze le dite voi, signor insolente.

Fulgenzio. Or ora vi faccio vedere un qualche spettacolo.

Eugenia. Ehi, chi è di là?

Fulgenzio. Non chiamate. (arrabbiato)

Eugenia. Pazzo.

Fulgenzio. Anderò via.

Eugenia. Andate.

Fulgenzio. Non ci tornerò più.

Eugenia. Non m’importa.

Fulgenzio. Diavolo, portami. Portami, diavolo. (parte correndo)

Eugenia. Che vita è questa? Che amor maladetto! non posso resistere, non posso più. (parte)

Fine dell’Atto Primo.