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Le Smanie per la Villeggiatura, Le Avventure della Villeggiatura, Il Ritorno dalla Villeggiatura» (Cosentino, Il teatro Marsigli-Rossi, Bologna, 1900 p. 169).

Ai Diari di Leandro Moratin, che fu in Italia nell’ultimo decennio del settecento, togliamo questo gustoso quadretto: «Venecia. San Giovanni Crisostomo. Le smanie per la villeggiatura de Goldoni . . . Antes de la pieza saliò la dama a decir un pròlogo en verso suelto, y entre el segundo y el tercer acto el galan echò un discurso en prosa (hecho por el sin duda), de estilo figurado, retumbante y hueco, dando las gracias al generoso publico. Este publico se componia, en la mayor parte, de lacayos y gondoleros, que aquel dia, por ser el primero de la temporada, entraban de balde. En medio del patio habia un puestecillo de castañas y peras cocidas, y en los entermedios vi cruzar algunos vasos de vino. Grande estrèpito, inocente alegria, palmotes y aullidos al acabar» (Obras pòstumas, Madrid, 1867, vol. II, p. 31).

Nel vero ambiente voluto dall’indole sua sentì la commedia il Sismondi. «Io vidi rappresentare — racconta — in una villeggiatura rovinosa, sulle rive del Brenta, da una famiglia che dissipava il suo patrimonio per sostenerne il lusso, Le smanie per la villeggiatura. Tutti gli attori rappresentavano sè medesimi. Le intimazioni de’ loro creditori che aveano ricevuto alla mattina non permetteano loro di farsene gabbo; e pure ei voleano mostrarsi così superiori a tale angustia, che si compiacevano nel far la propria satira sul loro teatro» (op. cit., pp. 135, 136).

Tra il 1823 e 1824 la Reale Sarda arricchisce il suo corredo dell’intera trilogia (Costetti, op. cit., pp. 34, 48). Nel 1826 (9 sett.) recita le Smanie a Venezia, nel teatro Gallo a S. Benedetto, la compagnia Fabrichesi, che fra i suoi attori contava il De Marini e il Vestri (v. Gazz. Privileg. di Ven.).

Nella quaresima del 1869 la Comp. di Luigi Bellotti-Bon recita Le smanie con Cesare Dondini (Filippo) per esonerare dal servizio militare e serbare tutto alla sua arte Claudio Leigheb (Rasi, I Comici, vol. II, p. 18).

Quando nel marzo del 19Ò1, al Filodrammatico di Milano, la commedia venne ripresa con felice esito da Ferruccio Benini, Laura Zanon Paladini disse un garbato prologo in martelliani veneziani di Haydèe (Ida Finzi). Se ne legge un frammento nell’Album del Teatro Manzoni (25 febbr. ’907). Era «una evocazione poetica dell’epoca goldoniana» (Piccolo della Sera, Trieste, 21 marzo 1901; Indipendente, 28 dic. 1901).

Emilio Zago fece a sua volta rivivere la commedia al Goldoni di Venezia l’anno del bicentenario (1907). «Le smanie p. l. villeggiatura — scrisse allora Gino Damerini — furono recitate con affiatamento notevole e con vivo impegno individuale . . . Zago, del vecchio e gioviale Filippo fece una piacevolissima macchietta di bonario incerto ed affettuoso, la Gelich gli fu figlia piena di brio, di malizia, di gusto; intelligente e sobria; la Gasparini elegantissima le gareggiò vicino di gran lena; entrambe poi recitarono con passione le loro scene a due» (Gazzetta di Venezia, artic. cit.). Fu una «tra le più belle esecuzioni della Compagnia» (Bullettino musicale, Venezia, genn. 1907, n. 1. 2).

Difficoltà d’esecuzione non ispaurì neppur questa volta i sempre baldi filodrammatici. L’Accademia de’ Filodrammatici di Milano esegui le Smanie il 4 ottobre del 1805 (Martinazzi, op. cit., p. 119); quella di Roma nel 1887 (Prinzivalli, Accademia filodrammatica romana. Memorie, Temi, 1888, p. 216),