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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1914, XIX.djvu/163

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LE AVVENTURE DELLA VILLEGGIATURA 153


Giacinta. Eccomi. Andiamo pure.

Leonardo. Vuol ch’io abbia l’onor di servirla?

Giacinta. Mi maraviglio di voi, che mi facciate di queste scene. C’è bisogno de’ complimenti? Se non mi date il braccio voi, chi me l’ha da dare?

Leonardo. Siete qui venuta senza di me...

Giacinta. E ora voglio ritornare a casa con voi. (lo prende pel braccio con forza) (Costa pene il dissimulare). (da sè, partendo)

Leonardo. (Ancora non sono quieto che basti). (parte con Giacinta)

Guglielmo. Chi ha mai veduto caso più stravagante e più doloroso del mio? (parte)

SCENA V.

Camera in casa di Filippo.

Filippo e Vittoria.

Vittoria. Favorisca, signor Filippo. Ho piacer di dirle due parole qui in questa camera, che nessuno ci senta.

Filippo. Sì, volentieri. Già io in sala ci sto come una statua. Giocano al faraone, ed io al faraone non gioco.

Vittoria. Fatemi grazia. Presentemente la signora Giacinta dov’è?

Filippo. Io non so dove sia. Io non le tengo dietro. Oh! sì, che in campagna si può tener dietro a voialtre fanciulle.

Vittoria. E il signor Guglielmo dov’è?

Filippo. Peggio. Volete ch’io sappia dove vanno tutti quelli che sono in casa da me?

Vittoria. Il punto sta, signore, che mancano tutti e due.

Filippo. E chi sono questi due?

Vittoria. Il signor Guglielmo e la signora Giacinta.

Filippo. E che importa questo? Uno sarà in un luogo1, e l’altra sarà nell’altro.

Vittoria. E se fossero insieme?

  1. Così l’ed. Zatta. Nell’ed. Pasquali, qui e più avanti, si legge loco.