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LE AVVENTURE DELLA VILLEGGIATURA 161


Tognino. (Oh! mi sono scordato di dire, che mi portino due ciambelle). (a Rosina)

Rosina. (Avete fame a quest’ora?) (a Tognino)

Tognino. (Sicuro. Non ho mica merendato). (a Rosina)

Filippo. (Non mi dite niente, signora Costanza?)

Costanza. (Che cosa volete ch’io dica?)

Filippo. (Raccontatemi qualche cosa. È vero che vostra nipote fa l’amore con quel babbeo di Tognino?)

Costanza. (Non so niente. Per dirvi la verità, a queste cose ci abbado e non ci abbado; finalmente non è mia figlia).

Sabina. (Mi pare che l’aria cominci ad essere un poco umida. Non vorrei raffreddarmi). (a Ferdinando)

Ferdinando. (Poverina! copritevi il capo. Non l’avete il cappuccietto?)

Sabina. (No, no, aspettate). (tira fuori di tasca un ombrellino) (Tenetemi quest’ombrellino). (a Ferdinando)

Ferdinando. (Oh, povero me!) (E ho da star qui mezz’ora con} quest’imbroglio?) (a Sabina)

Sabina. (Quando si vuol bene, niente incomoda, niente pesa). (a Ferdinando)

Ferdinando. (Dunque voi non mi volete bene). (a Sabina)

Sabina. (Perchè?) (a Ferdinando)

Ferdinando. (Perchè vi pesa farmi una miserabile donazione). (a Sabina)

Sabina. (Ancora mi tormentate?) (a Ferdinando)

Ferdinando. (O donazione, o vi pianto). (a Sabina)

Sabina. (Ingrato!) (piangendo, e si asciuga gli occhi. Vengono i garzoni a portare le cose ordinate, e sbagliano, e si confondono.)

Tognino. La cioccolata a me.

Rosina. A me il sorbetto.

Costanza. Ehi, limonata.

Sabina. La mia pappina.

Leonardo. Un bicchier d’acqua.

Vittoria. Il caffè!

Giacinta. Il caffè! (danno il caffè a Giacinta) Sciocchi! io non l’ho domandato senza lo zucchero.